i 50 cattivi più sexy, belli e intelligenti della Letteratura mondiale (parte 2)

Nella prima parte di questo articolo ho presentato sia i motivi che mi hanno portato a tradurre questa collezione di cattivoni sexy, eleganti e pieni di charm, sia una prima serie di personaggi. Qui e, eventualmente in altre sezioni del post (ancora sinceramente non lo so se metterò tutti i cattivi che mancano in un singolo articolo o li spezzetterò in ulteriori parti), presenterò altri belli e terribili.

George Wickham, Orgoglio e pregiudizio

George Wickham, Orgoglio e pregiudizio

Elegante, bellissimo e anche molto attraente agli occhi appassionati di Lizzy Bennet, che tende a non tollerare i folli o le persone false. Ahimè, però, egli si rivelerà un bugiardo, un farabutto e la rovina delle donzelle.

Capitan Uncino, Peter e Wendy

Capitan Uncino, Peter e Wendy

Capitan Uncino può essere “cadaverico e al tempo stesso di carnagione scura” ma anche (come ci dice Barrie nel racconto “Capitan Uncino a Eton”), “in una parola, il più bel uomo che abbia mai visto, sebbene, al tempo stesso, sebbene lievemente disgustoso”, insomma un miscuglio, una confusione, altamente sexy.

Becky Sharp, Vanity Fair

Becky Sharp, Vanity Fair

Una bella anti-eroina (che parla fluentemente sia l’inglese che il fancese), che, con una inimmaginabile eleganza, si intrattiene in tutti i salotti più chic – una romantica voce quando canta, un’abile polistrumentista -. Becky è anche una menzognera, però, oltre che una truffaldina, ladra e manipolatrice che fa di tutto per raggiungere il massimo grado della scala sociale.
Lady Jane, dice di lei che sia una “strega di donna – una madre senza cuore, una falsa moglie… la sua anima è nera e piena di vanità, prolissa e colma di ogni tipo di crimine. Io tremo quando la tocco. Io porto lontano dalla sua vista i miei bambini.”

Henry Crawford, Mansfield Park

Henry Crawford, Mansfield Park

Tanto bello, affascinate ed elegante che anche le sorelle se lo contendono, purtroppo si rivelerà essere un demoniaco dissoluto! Il più provocante degli uomini di tutti i racconti della Austen.

Helene Grayle, in Addio mia amata di Raymond Chandler

Helene Grayle, in Addio mia amata di Raymond Chandler

Helene Grayle di Chandler è un cazzotto in faccia: un’imbrogliona, un’assassina.

Alex DeLarge, il protagonista di Arancia Meccanica scritto da Anthony Burgess

Alex DeLarge, il protagonista di Arancia Meccanica scritto da Anthony Burgess

Alex è certamente un disadattato – ma c’è un qualche tipo di bizzarra sensualità in questo ragazzo che beve latte e ascolta principalmente “Ludwig Van.” E questo è essenzialmente un Nadsat alla moda.

Tom Buchanan, il Grande Gatsby. Francis Scott Fitzgerald

Tom Buchanan, il Grande Gatsby. Francis Scott Fitzgerald

La cattiva del Grande Gatsby è sicuramente la società ma, al suo fianco, c’è un altro pessimo personaggio: Tom è il sogno segreto di moltissime donne: un ex giocatore di football, famoso e supermilionario, dalla voce rauca.

La Marchesa di Merteuil. Le Relazioni pericolose

La Marchesa di Merteuil. Le Relazioni pericolose

Bella, crudele e facile ad annoiarsi, insomma: una pessima combinazione. In questo classico della letteratura epistolare, la Marchesa e il suo ex-amante il Visconte de Valmont, manipolano, seducono e raggirano tutto il mondo intorno a loro con una gran baraonda. Alla fine del romanzo la Marchesa viene punita con una deformità, chissà forse era proprio questa la sua peggior paura.

Tom Ripley, il talento di Mr. Ripley di Patricia Highsmith

Tom Ripley, il talento di Mr. Ripley di Patricia Highsmith

Cosa accade quando sei intelligente, bello e “annoiato, dannazione, dannatamente annoiato, annoiato, annoiato, annoiato”? Bene, tu cerchi ogni occasione per portare il tuo talento artistico al livello successivo. Quello di Ripley è un destino curioso: egli è il protagonista ma è completamente amorale, un cattivo nel senso assoluto, tranne per il fatto che tu ti sentirai legato a lui. Uno charm portato ai massimi livelli.

Achren, le Cronache di Prydain di Lloyd Alexander

Achren, le Cronache di Prydain di Lloyd Alexander

Achren è una strega-regina famosa per essere: “bella, ma anche veramente mortale”. Lei appare molto più giovane rispetto alla sua avanzata età.

Irene Adler, dall'opera completa delle Avventure di Sherlock Holmes di sir Arthur Conan Doyle

Irene Adler, dall’opera completa delle Avventure di Sherlock Holmes di sir Arthur Conan Doyle

Una delle sole persone che ha sempre superato Sherlock Holmes, e (se credi ai racconti di Sherlock) la sola donna che lo abbia mai incontrato. In un moderno adattamento, Adler è spesso ritratta come colma di un amorevole interesse nei confronti di Sherlock, ma nella versione originale del libro, lei molte volte si contrappone a lui – sensualissima.

Humbert Humbert, Lolita di Nabokov

Humbert Humbert, Lolita di Nabokov

Loita è un libro dove i cattivi non mancano di certo. Humbert Humbert, Quirly e, in un certo senso, Lolita stessa. Sebbene Quirly sia più nera che bianca fra i personaggi del romanzo, Humbert è sicuramente il più insidioso, forse perché si sviluppa un po’ di sentimento a leggerne le vicende, ma anche perché è bello, colto, un uomo eloquente, con un solo piccolissimo, irresistibile, difeto…

(continua)

i 50 cattivi più sexy, belli e intelligenti della Letteratura mondiale (parte 1)

Flaworwire è un sito che condivide – secondo la loro descrizione sulla pagina Facebook – notizie culturali, relazioni originali, critiche e foto di gattini perché, a detta loro, Internet  è anche questo, dopo tutto. Ho trovato molti focus estremamente interessanti e ho deciso di rispolverare il mio inglese traducendo questo articolo segnalato dall’account Facebook della Scuola Holden. L’ho fatto un po’ per gioco, un po’ per fare pratica, un po’ per ingannare il tempo di una domenica uggiosa, un po’ per tante cose e un po’ perché non credo di averlo ancora trovato tradotto in italiano da nessuna parte. L’articolo parla dei 50 personaggi più cattivi della letteratura mondiale di tutti i tempi. Non sono però cattivi comuni, sono belli, sexy, pieni di charme, terribilmente intelligenti. Insomma, come ogni buon personaggio letterario che si rispetti, rappresentano l’archetipo dell’affascinante cattiveria.

Patrick Bateman - American Psycho

Patrick Bateman, in American Psycho di Bret Easton Ellis

Patrick Bateman, in American Psycho di Bret Easton Ellis, è uno yuppie che vive e lavora a Wall Street: è ricco sfondato, ha una fidanzata attraente e superficiale, frequenta un circolo di amici come lui. Insomma, il ritratto della persona a cui non manca nulla, amante degli aspetti materiali della vita e della buona musica anni 80. La notte, però, questo ragazzo pieno di successo e dedito ai vizi e agli eccessi si trasforma in un mostro omicida, un torturatore freddo, metodico e spietato.

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Draco Malfoy il cattivo ragazzo della saga di Harry Potter

Leggendo le descrizioni dei personaggi della saga di Harry Potter il cattivo più affascinante del libro potrebbe essere rappresentato, attualmente, da Tom Riddle, il giovane Lord Voldemort, ma gli amanti dei romanzi della Rowling non hanno dubbi, per loro, il più cattivo resta Draco Malfoy. Egli è descritto nei libri come un ragazzo alto e slanciato, pallido, biondo e con gli occhi grigi. J. K. Rowling descrive il suo personaggio, nel settimo libro della saga, come una persona di dubbia moralità, il quale ha tutto il fascino dell’antieroe.

Foto della regina bianca

Jadis, la regina bianca delle Cronache di Narnia

La principale antagonista nell’episodio delle Cronache di Narnia: il Leone, la Stega e l’armadio è anche una mirabile visione di bellezza: una dea vestita in pelliccia (figlia di un demone e di un orribile gigante), che sembra “dieci volte più viva lei che la maggior parte dei londinesi” con una faccia “bianca come la neve o come un foglio o come lo zucchero a velo, tranne per quelle labbra, estremamente rosse. La sua, era la faccia più bella del mondo, ma anche orgogliosa e fredda e rigida e severa”. Lei può anche uccidere e ha molti poteri magici. Lei è sicuramente malvagia ma anche dannatamente sexy.

Immagine di Mrs Coulter, La bussola d'oro

Mrs Coulter, La bussola d’oro

Marisa Coulter ci viene presentata come la principale antagonista nel primo racconto del romanzo La bussola d’oro, in questo episodio lei fa cose davvero terribili. Marisa, però, è anche “bella e giovane”, con “lisci capelli neri a incorniciare le sue guance” e viene sempre accompagnata dal suo demone, un perfido scimmiotto dorato rimasto senza nome.

Dracula

Dracula, il protagonista dell’omonimo romanzo di Bram Stoker

A dire il vero, il Dracula originale, quello di Bram Stoker, non era minimamente descritto come bello – era infatti pallido, “sembrava un uomo crudele”, con un naso uncinato, orecchie appuntite, denti aguzzi e lunghi baffi bianchi. Non propriamente una personcina affascinante, dunque. Essendo però il vampirismo così strettamente legato alla sessualità, il Conte è diventato un simbolo culturale identificato da un grande (e pericoloso) sex appeal e si è affermato nelle nostre coscienze come molto bello e molto affascinante.

Carmilla

Carmilla, la vampiressa dell’omonimo romanzo di Sheridan Le Fanu

Nel mondo dei vampiri, c’è un personaggio tutt’ora originale e ancora attuale per la sua penetrante bellezza, e che ha dato il via ad una legione di storie di vampire lesbiche: Carmilla (che ha addirittura anticipato le storie del Conte Dracula) è un romanzo del 1871 scritto da Sheridan Le Fanu. “A volte dopo un’ora di apatia, la mia strana e bella compagna, aveva voglia di prendermi la mano e trattenerla a sé con una appassionata stretta, che si prolungava nel tempo e nel tempo; arrossendo delicatamente, fissava il mio volto con languidi e infocati occhi, respirando così velocemente che il suo vestito di rose cadeva via nel tumulto di quei battiti. Sembrava l’ardore di un’amante; mi imbarazzava; era odioso ma mi dominava; e con occhi fieri lei mi attirava a sé e le sue calde labbra viaggiavano come baci sulle mie guance; era come se lei volesse bisbigliarmi, quasi singhiozzando: – Tu sei mia, tu sarai mia, e tu ed io siamo un unico essere per sempre! –

un'immagine di: Cersei Barathlean, le Cronache del ghiaccio e del fuoco

Cersei Barathlean, le Cronache del ghiaccio e del fuoco

Colei che possiede il fascino dorato dei Lannister, il dolce charm dei Lannister, quel viscido (o quanto puramente egoista) cuore dei Lannister.

La Regina di Biancaneve

La Regina di Biancaneve

Solo la seconda donna più bella del reame e assolutamente pazza per la bellezza della prima.

Edmondo, Re Lear

Edmondo, Re Lear

Uno dei personaggi più cattivi di sempre e il più grande dongiovanni fra tutte i caratteri mai creati da Shakespeare. Sebbene Shakespeare non fece poi molto per descrivere le caratteristiche di questo personaggio, Edmondo sedusse però sia Goneril che Regan – due sorelle! -, questo basta a valergli la fama di un affascinante cattivo della letteratura.

Cathy Ames, la Valle dell'Eden

Cathy Ames, la Valle dell’Eden

Certamente bellissima: “una pelle delicata come quella dei fiori, i capelli d’oro, modesta, e anche quegli che occhi ammiccanti, la piccola bocca piena di dolcezza, catturava l’attenzione e l’attraeva”. Insomma un fior di dolcezza ma anche una manipolatrice, una creatura terrificante che diverte e distrugge le persone usando la sua sensualità, fino a vederli bruciare. A volte, proprio letteralmente. Steinbeck, in una lettera ad un suo amico la descrisse anche così: “la rappresentazione totale di Santa”. Eccola qui.

Hannibal Lecter, Red Dragon

Hannibal Lecter, Red Dragon

Sì, sì, Hannibal è un orrendo, psicotico, cannibale. Hannibal, però, è anche intelligente ed erudita con un sorriso diabolicamente sexy. Uccide le persone con le sue cattive maniere? Forse è ciò che abbiamo sempre cercato di fare anche noi da sempre.

Il Lupo. Cappuccetto rosso

Il Lupo. Cappuccetto rosso

Chi può essere sexy quanto il grande, vecchio, cattivo lupo? Tutto peli e virilità e simbolo del pericolo? Un seduttore che attira succulenti giovane fanciulle nel bosco e gli salta addosso per strappargli vestiti e carni? No, non credo vi sia un animale più sexy del lupo.

Crudelia Demon. La carica dei cento e uno

Crudelia Demon. La carica dei cento e uno.

La Crudelia Demon narrata dal racconto di Dodie Smith non è convenzionalmente una affascinante cattiva come i precedenti personaggi che ho presentato – lei è descritta come “una donna alta, con un vestito attillato di raso color smeraldo, diverse collane di rubini, e un mantello assolutamente bianco di visone. Lei è scura di pelle, occhi scuri con una sfumatura di rosso all’interno e un naso veramente appuntito. Ma trova la sua sensualità in un fascino altamente bizzarro.

Per proseguire la lettura della seconda parte dei belli e terribili: clicca qui

Budapest ending

“E al di là di tutto, e finché mi sarà permesso, cercherò sempre di conoscerti”, disse il Sognatore
“Nessuno te l’ha mai vietato”, rispose Edina mentre si allontanava sul ponte delle Catene. Lui, la lasciò andare, aspettò un attimo, si accese una sigaretta e la seguì solo con lo sguardo, restò muto con l’ultimo sorriso, cacciò di tasca lo smartphone e fece su e giù diverse volte sulla start screen, poi prese a seguirla, facendo slalom fra le scarpe di Pauer, sulla riva del Danubio, lato Pest. Ormai però c’era la nebbia e non ci si vedeva più. Un fitto muro di nebbia e il freddo di quella città che si ficcava dentro la carne e faceva vibrare le ossa. Le urla di qualcuno in una lingua sconosciuta. La musica notturna e frusciante del fiume che sa ascoltare solo chi ci abita vicino… al fiume.

Budapest era diversa da Vienna e assomigliava molto ad Edina. Aveva letto la descrizione di quella città la notte di Natale, su Wikipedia e in quelle parole aveva subito ritrovato il carattere di quella donna. Budapest: la più bella città del Danubio; una sapiente auto-messinscena, come Vienna, ma con una robusta sostanza e una vitalità sconosciute alla rivale austriaca. Lo scriveva Claudio Magris, uno forte, scrittore, critico, germanista, triestino, uno che su Wikipedia ci ha la sua pagina personale. Uno che se ti dice che Budapest dà la sensazione fisica della capitale è così, punto: ci devi credere.

Il Sognatore, quando non dormiva, percorreva distanze inimmaginabili per andare a trovare Edina nella sua città. Rinunciava a tutto.
Si armava di parole, immagini, qualche battuta per vederla sorridere e partiva. Non si sa da dove, ma lo si poteva vedere passeggiare, pescando una foto qui, alle torri sul Bastione dei Pescatori, una frase rubata altrove, una sigaretta fumata di nascosto vicino alla statua equestre di Santo Stefano, il primo re ungherese.  Per un attimo si erano anche sfiorati: labbra che accarezzano le labbra e mani che si percorrono. Aveva pensato come poteva essere il suo corpo bianco, fra le lenzuola e le candele e le persiane un po’ socchiuse. Com’era il suo respiro quando si spezzava.

Poi quel muro. La nebbia sempre più densa. Le forze piano a piano mancavano anche solo per pronunciare qualche parole. Budapest, quella notte, sembrava un locale chiuso. Alla fine si sentì da lontano qualcosa di impercettibile, delicato, sul fiume, come una melodia di carillon, la nebbia cominciò a diradarsi, Edina era totalmente scomparsa, ma il Sognatore si svegliò, fra uno scintillio di colori, donne che avanzavano verso il mercato e per il cielo, libri, non gabbiani. Parole svolazzanti sopra un nuovo foglio da descrivere.

 

Tre rose rosse e una bottiglia di Hennessy

Oggi, chiamatemi Porpora. E’ il 19 Gennaio. Ho tre rose e una bottiglia di Hennessy, un ottimo cognac, dei più pregiati. Ha detto Sam che quest’anno sarei stato io Porpora. Una telefonata sbrigativa di qualche giorno fa, giusto il tempo per avvisarmi, poche parole, più un onore che una proposta. Squillo, squillo, squillo, risposta. 
– Ciao Sam 
– Ciao. Quest’anno tocca a te. 
– Grazie mille Sam. 
Click. Telefono chiuso.  
Ogni 19 gennaio qualcuno si cancella il viso e va al cimitero. Nessuno sa chi ci è andato gli anni scorsi e nessuno sa chi ci andrà quest’anno. Per la città di Baltimora oggi sarò semplicemente The Toaster: un vestito scuro, un ombrello, un cappello a falda larga e una sciarpa bianca. Poi tre rose rosse: una per il defunto, l’altra per la madre e un’altra ancora per la moglie e l’Hennessy in una bottiglia pregiata. Appuntamento nella chiesa Presbiteriana di Westminister, prima dell’alba, al 519 di West Fayette Street. Destinazione ufficiale: la tomba di Edgar Allan Poe.  
Baltimora ha dato la vita a Poe, Baltimora brinda furtivamente a lui ogni anno, ma Baltimora lo ha anche ammazzato.  Nella maniera più atroce lo ha fatto. 
Non si sa ancora bene perché sia morto. Oddio il perché si sa di ognuno di noi, quello che manca è il percome. Si narra che fosse partito da Richmond, Virginia, su un piroscafo, destinazione New York. Si dice che fece tappa a Baltimora e che scelse questa città per morire. Forse morì per rabbia, forse per complicazioni dovute al troppo alcool. Lo trovò lo stampatore Giuseppe Walker davanti la taverna Gunner’s Hall. 
– Accorrete subito! -, scrisse lo stampatore allo zio di Poe, – C’è vostro nipote strafatto di alcool. E’ in profondo stato di angoscia. -. Gli abiti logori, si dirà che lo avevano forzato a bere e che lo avevano cambiato di identità non si sa quante volte per farlo votare. Cooping questa cosa qui si chiamava cooping. Finì al Washington College Hospital, fra le urla e le pareti strette degli alcolizzati. Fu il dottore John J. Morgan colui che lo vide negli ultimi giorni della sua vita. Scrisse di lui che era in un totale stato di angoscia e che aveva cominciato a prendere una vacua conversazione con oggetti spettrali ed immaginati sui muri.   
– Fanculo Edgar! L’inferno ti si è ripreso, falli bere bene i tuoi spettri stasera.